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Le cappe di sicurezza biologica o microbiologica (Microbiological Safety Cabinet, MSC), spesso denominate cappe o cabine BioHazard, sono dispositivi primari di protezione collettiva presenti nei laboratori biologici i quali consentono la protezione dell’operatore e dell’ambiente circostante dal rischio di esposizione agli aerosol di agenti patogeni o potenzialmente tali. Sebbene esse nascano con l’intento di proteggere gli operatori e l’ambiente ad essi circostante, le cappe biologiche necessitano di specifiche competenze per la scelta, l’installazione, il corretto utilizzo, le verifiche periodiche e per la manutenzione preventiva poichè se utilizzate o gestite in modo errato possono rappresentare esse stesse un pericolo per l’operatore e per l’ambiente. (art. 71 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.).

Classificazione delle cappe biohazard

Le cappe di sicurezza microbiologica sono suddivise secondo la norma europea EN 12469 in tre principali tipologie, denominate cappe Biohazard di classe I, classe II e classe III.
La classificazione di queste cappe è determinata dalla presenza di uno o più filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air) con efficienza filtrante dell’ordine di 0.3 μ, i quali consentono la sterilizzazione dell’aria all’interno della cappa.

COSA SONO I FILTRI HEPA

Con il termine filtro HEPA si indica un particolare sistema di filtrazione ad elevata efficienza costituito da fogli filtranti di microfibre (generalmente in borosilicato) assemblati in più strati e separati da setti in alluminio. Il compito dei filtri HEPA è quello di bloccare le particelle solide presenti nella corrente di aria che potrebbero inquinare il prodotto o essere nocive per la salute.

Sono inoltre detti filtri assoluti in quanto hanno un’elevata efficienza di filtrazione a seconda della quale, in accordo alle norme UNI EN 1822, vengono suddivisi in cinque classi (H10, H11, H12, H13, H14) con potenziale filtrante crescente. In particolare, i filtri HEPA presentano un’efficienza di filtrazione compresa tra l’85% (H10) e il 99,995% (H14).

Cappe di classe I

Le cappe di I classe presentano solo un sistema di filtrazione dell’aria in uscita tramite filtri HEPA i quali consentono di proteggere l’operatore e l’ambiente circostante; l’assenza di un sistema di filtrazione dell’aria in entrata non permette di proteggere il campione su cui si sta lavorando da possibili contaminazioni esterne.

Cappe di classe II

Le cappe di seconda classe hanno la funzione di proteggere sia l’operatore, sia il campione,
garantendo condizioni di assoluta sterilità. Questa tipologia di cappe, dette anche cappe a flusso laminare, determina la condizione di sterilità grazie al flusso verticale che si realizza all’interno di esse e che impedisce ai microrganismi di fuoriuscire dall’ambiente di lavoro e contaminare l’operatore, aspetto fondamentale nel caso si tratti di microrganismi patogeni.

Cappe di classe III

Le cappe di terza classe consentono una protezione ancora più ampia in quanto sono completamente chiuse ermeticamente e dotate di guanti fissi attraverso cui l’operatore può
manipolare l’agente biologico senza interfacciarsi direttamente ad esso. In questa tipologia di cappe i quattro filtri HEPA impiegati consentono la filtrazione sia dell’aria in entrata che di quella in uscita.

USO IN SICUREZZA DELLE CAPPE BIOLOGICHE

Le cappe biologiche rappresentano dei dispositivi di protezione e come tali necessitano di
certificazione al momento dell’installazione, periodicamente e ogni volta che sono reinstallate. Per le cappe di classe I e II al fine dell’efficienza è importante la loro collocazione nel laboratorio in posizione priva di correnti d’aria e lontana da aree in cui il transito è frequente.
Dal momento che l’efficienza di questi dispositivi è determinata anche dall’integrità dei filtri HEPA è necessario un controllo periodico di questi ultimi.
Al termine dell’utilizzo di una cappa biologica è buona norma procedere con un’accurata
disinfezione e pulizia. Giornalmente queste procedure possono essere effettuate tramite l’utilizzo di agenti disinfettanti e con l’ausilio dei raggi UV integrati nelle cappe stesse. Questi mezzi però si rivelano spesso insufficienti, e nonostante l’integrità dei filtri si può incorrere in una diminuzionedella resa totale dei dispositivi. Per questi motivi è buona pratica intervenire periodicamente con una disinfezione più profonda e accurata. Biodek si impegna in tal senso a garantire risultati certi, in tempi brevissimi e senza il rischio di compromettere la pulizia e la sterilità delle cappe, grazie al metodo di cui si avvale: atossico e in grado di non lasciare residui!

SCOPRI COME 

Riferimenti:

James Swarbrick, Encyclopedia of pharmaceutical technology, Volume 4, 3a ed., Informa Health
Care, 2007, pp. 2171-2191. ISBN 0-8493-9393-0.
World Health Organisation: Laboratory: Laboratory Biosafety Manual -WHO 1993
W. Charney-J Schirmer: Essential of Modern Hospital Safety – Lewis Publishers 1991
S. Guenzi: Cappe biologiche a flusso laminare Laboratorio 2000 – Morgan edizioni 1997
G. Bressa: Il rischio biologico – Masson 1997